Nuovo video dal titolo “Un messaggio firmato con il sangue alla Nazione della Croce” nel quale si mostra la decapitazione dei 21 egiziani copti su una spiaggia del Mediterraneo. “Prima ci avete visti su una collina della Siria. Oggi siamo a sud di Roma… in Libia”, annuncia il boia che impugna un coltello insanguinato. Intanto, il ministro degli esteri Paolo Gentiloni spiega che è stato necesessario chiudere l’ambasciata a Tripoli per la criticità della situazione. Il ministro è finito nella lista nera dei Jihadisti (il ministro crociato…) per aver dichiarato che l’Italia è pronta a scendere in campo se le Nazioni Unite dovessero agire. Intenzione ribadita anche dal premier Matteo Renzi. Nonostante la chiusura dell’ambasciata “l’Italia resta al lavoro con la comunità internazionale per combattere il terrorismo e ricostruire uno stato unitario e inclusivo in Libia”, spiega Gentiloni. Intanto, Il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, fa sapere che l’Italia è pronta a guidare una coalizione di Paesi europei e nordafricani e a contribuire con oltre 5 mila uomini. A fianco dell’Italia si è schierata Malta, con il premier Joseph Muscat che ritiene necessario un intervento sostenuto dall’Onu per ristabilire la sicurezza in Libia.