Emergenza sanitaria: pronto soccorso inefficiente, caos barelle e personale ridotto all’osso. L’ultimo caso sconvolgente è avvenuto al Cardarelli (Napoli), dove un 68enne, Francesco D.M,, appena operato al femore, è stato lasciato (o forse sarebbe meglio dire abbandonato…) in barella ed è deceduto. L’intervento, come si apprende, era perfettamente riuscito. Poi, alle 3, ha iniziato a sentirsi poco bene: sudore e dolore al torace. Era diabetico e gli vengono riscontrati livelli di glicemia piuttosto alti. Un infermiere gli somministra l’ossigeno, per poi trasferirlo nel padiglione delle emergenze. Qui viene “lasciato” su una barella in corridoio, in una fascia oraria piuttosto critica che vede la presenza di un solo medico di guardia per 70 pazienti. Il signor Francesco vede peggiorare le sue condizioni e muore. Si sta cercando di capire cosa sia successo. Il primario di medicina d’urgenza del Cardarelli, Pasquale Morella, afferma che la sistemazione in barella non ha alcuna attinenza con la morte dell’uomo. Potrebbe esserci stata una complicazione post operatoria o una crisi legata all’ingestione di farmaci. Sarà l’autopsia a stabilirlo. “L’esame autoptico infatti è stato richiesto sia dal medico di turno in medicina d’urgenza sia dal rianimatore .Ma non c’è stata alcuna denuncia. Il paziente era in barella in quanto appena trasferito da ortopedia a causa dell’ingestione di psicofarmaci quali compresse di ansiolitici somministrati dal figlio in autonomia rispetto alle indicazioni dei medici del reparto. E’ proprio a causa dell’ingestione accidentale che è stato trasferito in medicina d’urgenza e lasciato in barella per consentire l’effettuazione degli esami clinici e strumentali del caso e quindi lo spostamento del paziente. La terapia da adottare è stata valutata di comune accordo tra la medicina d’urgenza ed il centro antiveleni nella persona di un anestesista- rianimatore. E’ da escludere che il decesso sia avvenuto dunque a causa della sistemazione in barella. Vero è che al Cardarelli non ci sono le condizioni per operare bene e c’è un carico eccezionale di lavoro ogni giorno. Il personale sanitario non è rapportato al carico di lavoro”, ha affermato Morella. In attesa di capire come si concluderà la vicenda, va detto che si tratta di una situazione critica trasversale, che riguarda Nord e Sud indistintamente. Secondo il ministro Lorenzin, è una situazione d’emergenza causata dal blocco del turn over imposto dai piani di rientro e della latitanza delle Regioni che sulla materia vantano poteri immensi e altrettanti ritardi.