“Prima che fossi vittima dell’incidente ero scettica, facevo il paramedico in uno dei tanti ospedali milanesi e di casi gravi ne ho visti molti, ma non pensavo potesse capitare a me. Viaggiavamo sulla Roma- Milano quando a causa di una macchia d’olio mio marito perse il controllo dell’auto. Urlò forte il mio nome e io ebbi solo il tempo di accennare una preghiera che già la macchina era stata catapultata sull’altra corsia andando a finire su un’auto in corsa proveniente dall’adiacente galleria. Da quel momento, ricordo solo che qualcuno disse di non coprirmi con il telo bianco perché mi muovevo ancora. Ero viva. Poi, la corsa in ospedale e l’intervento d’urgenza a causa del tremendo trauma cranico che mi ha fatto perdere anche parte dell’orecchio”. Questo l’incredibile racconto della signora Irma “morta” trenta anni fa in un pauroso incidente stradale. Un racconto dettagliato che ci rivela un altro mondo. “Qui si interrompe la mia vita su questa terra per qualche minuto. E ne comincia un’altra. Entrai come trascinata dai piedi in un tunnel molto buio. Alla fine scorsi una luce, calda, intensa, benevola. Di amore puro. Sembrava il sole ma con qualcosa di più familiare. Lì mi aspettava qualcuno, una figura visibile a mezzobusto come se stesse seduta dietro una scrivania. Una volta giunta innanzi, mi accorsi di quanto fosse bella con quei lunghi capelli biondi e ricci e con indosso una veste bianca. La sua immagine era circondata dalla luce. Era un Angelo, non c’è dubbio. La figura mi guardò e mi sorrise ed io non ebbi più voglia di tornare indietro. Pensai solo che sarei voluta restare lì per l’eternità. Poi di nuovo la forza che mi aveva trascinato fin lì mi prese. Così nuovamente per i piedi fui portata in un altro tunnel, ma adesso sentivo dolore non stavo più bene come prima. Fu a quel punto che mi svegliai”. Irma sta raccogliendo le idee per scrivere un libro : “Voglio che tutti sappiano, quando sento che le persone non credono vorrei poter farli scrutare nei mie ricordi e fargli vedere ciò che io ho visto. Con questo racconto spero di esserci riuscita”.