Giancarlo Giusti, ex GIP del Tribunale di Palmi, si è suicidato nella sua casa in provincia di Catanzaro. Era coinvolto in due inchieste delle DDA ed era agli arresti domiciliari per presunti rapporti con la ‘ndrangheta. Non ce l’ha fatta probabilmente a sopportare il peso delle indagini e ha deciso di impiccarsi. “Io dovevo fare il mafioso, non il giudice”: questa la frase che disse e che i carabinieri intercettarono con il presunto boss della ‘ndrangheta Giulio Lampada. Giancarlo Giusti era inoltre ossessionato dal sesso e su un libricino i magistrati hanno trovato tutte le serate trascorse dal giudice che venivano puntualmente appuntate. Già il 28 settembre, giorno dopo la condanna, aveva tentato di uccidersi nel carcere milanese di Opera in cui era detenuto. Soccorso dalla polizia penitenziaria, era stato poi ricoverato in ospedale in prognosi riservata.